venerdì 12 settembre 2014

Bulletstorm... Sono il Michelangelo della guerra




Piattaforme: Ps3,Xbox360,PC

Genere: FPS

Sviluppatore: People Can Fly ( con collaborazione di Epic Games )

Data di uscita: 25 Febbraio 2011

Versione Giocata: PS3








Quando un titolo di un certo genere riesce ad ottenere un discreto successo facendo accumulare milioni di quattrini a chi lo ha prodotto, la stragrande maggioranza degli sviluppatori cerca di accaparrarsi la sua fetta di torta riproponendo videogiochi che abusano degli elementi meglio riusciti, cercando magari di aggiungere o migliorare delle meccaniche per rendere il proprio prodotto unico agli occhi dei compratori. Questo è quanto è accaduto con gli sparatutto in prima persona, ma naturalmente, quando un genere si protrae per decenni, riuscire ad innovarlo ed evolverlo diventa sempre più difficile, arrivando infine a quella che è a conti fatti una vera e propria crisi innovativa. Bulletstorm è uno dei pochi FPS che prova a proporre qualcosa di diverso ad un genere che negli ultimi mesi sta cominciando ad appiattirsi.



NB: avendo Electronic Arts chiuso i server di Bulletstorm su ps3, la recensione si basa esclusivamente ciò che si è potuto vedere in single player


Dipingere col sangue.
Da sempre negli FPS è consigliato adottare uno stile di gioco piuttosto statico, superando di volta in volta le varie sfide che tra una copertura e l’altra ci verranno proposte. Non qui. Proprio per niente.
Scordatevi quindi il buon vecchio “trovati un riparo o sei morto(cit.)”, in Bulletstorm sarà necessario trasformarsi in veri e propri artisti della morte utilizzando al meglio le risorse che avremo a disposizione per creare le “combo” più fantasiose che la nostra mente è in grado di concepire, ottenendo in questo modo dei punti fondamentali per la compravendita di munizioni o dei tantissimi potenziamenti disponibili per il nostro arsenale.


Ci ritroveremo quindi ad utilizzare i nostri strumenti di morte (una frusta, i vari fucili, il calcio e la scivolata per la precisione) per trovare metodi sempre più creativi per dare forma al nostro artistico massacro, affrontando varie tipologie di nemici impalandoli, per esempio, su un muro pieno di spuntoni o facendoli a pezzi col nostro fucile a pompa mentre gli andiamo addosso in scivolata. Per evitare spoiler ci fermeremo qui, ma sappiate che, tra le varie bocche da fuoco disponibili (tutte potenziabili tra l’altro), le 160 combo che potrete realizzare con esse, e la notevole varietà di nemici, Bulletstorm è dotato di un tatticismo ed una profondità che difficilmente ci saremmo aspettati da uno sparatutto.
Un gameplay così offensivo e dinamico non poteva non essere sostenuto da un esagerato ritmo di gioco e People Can Fly, soprattutto nella prima metà gioco, è riuscita a farci perdere la cognizione del tempo catturandoci in una folle corsa a rotta di collo fatta di situazioni mozzafiato e sopra le righe condite da cambi di ambientazione ed eventi scriptati semplicemente indimenticabili. La longevità con le sue 10 ore di gioco per la prima run, è nella media, ma la presenza dei tantissimi collezionabili faranno la gioia dei perfezionisti portandoli a far partire subito una seconda.



Ahhrrr!
Vestiremo i panni di Grayson Hunt, il capo dei Death Echo, il miglior team al servizio del generale Serrano, ma una volta scoperto che il nostro comandante è in realtà un criminale di guerra, ci dedicheremo alla pirateria spaziale in attesa di vendetta. In questi 10 anni di transizione, tra una bottiglia di rum ed una sparatoria, la situazione ci scappa di mano a tal punto che, durante una battaglia navale, precipiteremo su Stygia, un pianeta dove ogni forma di vita vorrà farci la pelle.
Affiancare ad un gameplay così “fuorviante”, una trama seria e ricca di filosofia non avrebbe fatto altro che stonare col prodotto offerto abbassando in questo modo la qualità dell’intero pacchetto, ed è proprio per questo ci sentiamo di premiare la scelta della software house di sviluppare una trama semplice, ma narrata nel modo giusto, ovvero con personaggi altrettanto sopra le righe capaci di strapparvi diverse risate con le loro battute sagaci sapientemente inserite nelle cut scenes e nei dialoghi in game. Una piccola nota di demerito su Serrano, probabilmente il personaggio più odioso e meno riuscito del gioco, ma forse è colpa del doppiaggio italiano, che resta comunque di altissima qualità.


Un gioco stiloso…
Sebbene da un lato puramente tecnico è stato fatto un ottimo lavoro, abbiamo riscontrato qualche innocente compenetrazione poligonale quando lanciavamo i nemici contro i vari oggetti dello scenario. Anche l’IA fa bene il suo lavoro, che, seppur non arrivando ad alti livelli, riesce a mantenersi nella media del genere. I veri problemi nascono nell’ ultima ora di gioco, afflitta da continui cali di frame rate che rovinano parzialmente l’esperienza offerta.
Bulletstorm può anche vantarsi di possedere un game design davvero superlativo. Saremo sommersi da cambi di scenari continui alternandosi spazi aperti e spazi ristretti, tutti ispirati e coerenti col sanguinoso mondo creato, con una naturalezza che pochi giochi sono riusciti ad ottenere.  


Tirando le somme
Bulletstorm è uno di quei pochi sparatutto che chiunque si consideri un videogiocatore deve quantomeno provare. Gli sviluppatori hanno proposto un titolo folle, sopra le righe, con una narrativa tanto umoristica quanto ben sviluppata ed un combat system solido e divertente. Se a questo aggiungiamo un level design di tutto rispetto non possiamo che intimarvi a dimenticarvi i cali di frame rate dell’ultima ora di gioco e di lasciarvi risucchiare nel turbine di violenza e divertimento che questo e pochi altri titoli sono capaci di offrire

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Pregi:
  • Combat system profondo e divertente
  • Ottimo game design
  • Buona narrazione
  • Humor riuscito

Difetti:
  • Qualche singhiozzo tecnico


Voto: 9


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