venerdì 31 agosto 2012

Anni '90: lacrime.

C'è che oggi mi sono svegliato con quel noto senso di nostalgia portami via. Nostalgia per gli anni della mia dolce e innocente fanciullezza, quell'infanzia lieta e spensierata, con quel colore d'allora e menate pavesesche annesse.
Insomma, oggi ho voglia di riportare alla luce tutto ciò che ha segnato la mia infanzia, più o meno dal '94 al 2000, sperando di non inondare la tastiera di lacrime. E via.


I ricordi da lacrime limpide e cristalline sono parecchi, non saprei da dove cominciare, quindi toh, andiamo a random.

IL MAGICO MONDO FISHER-PRICE
L'infanzia più innocente, quella dell'asilo, prima che il mio cervello fosse rovinato dai videogiochi, è sinonimo di Fisher-Price. Per i figli della nuova generazione: semplicemente i migliori giocattoli mai esistiti sulla faccia della Terra. Epiche battaglie tra me e il mio amico S.  che, stronzo, vinceva sempre lui, grazie alle meraviglie FP. Partiamo con il mio primo acquisto:


Il fantastico castello. Ponte levatoio, cannone, quattro soldati rossi e quattro neri: in pratica tutto l'occorrente per trasformare tuo figlio in un generale di guerra. Ah bei tempi, quando i giocattoli "violenti" erano semplicemente fighi, altro che bambini a rischio.


Non ricordo se fosse arrivata prima la nave dei pirati o il castello, sarebbe un po' come chiedersi se sia arrivato prima l'uovo o la gallina, ma non importa: cioè, avete visto L'ARPIONE?
Ma soprattutto, SORPRESA DELLE SORPRESE: schiacciando un tasto nascosto lo scafo della nave veniva letteralmente sparato fuori e diventava una scialuppa di salvataggio. Mai vista così tanta inventiva in una nave giocattolo.



Oddio la piramide. Sì, la bocca della sfinge si apriva. E si illuminava. E faceva un verso o una musichetta. Ed usciva un serpente. E all'interno c'era un sarcofago in cui chiudere un personaggio. E una prigione. E una trappola. E due tesori. E l'obelisco che cadeva. E la mummia gigante.
Ditemi voi se anche oggi esiste roba così elaborata e soprattutto FIGA.
(Ho il dubbio che la piramide risalga addirittura ai primi anni 2000, ma per me è sempre una cosa da anni 90, che volete farci)

Sarebbe bello parlare di altre meraviglie come l'ambientazione Far West con sceriffi e indiani, ma purtroppo di immagini non se ne trovano e poi oh, non possiamo mica fossilizzarci sulla Fisher-Price.

I PUFFI CAZZO.

Mamma mia i Puffi. Migliaia di videocassette ricche di insegnamenti morali che nessun fottutissimo film del 2012 potrà impartirmi nuovamente, ma soprattutto pupazzetti. 


TANTI pupazzetti.


Una vita per i pupazzetti, insomma.

KUROCHAN: LACRIME.

Dio mio quanto ho amato quel gatto che non era una gatto, sempre impegnato a proteggere i suoi padroni da, uhm,


Questo tizio qui, il Dr Go. 
Grida incontrollate di pura emozione quando la sua zampa si trasformava in una mitragliatrice, quando si toglieva, ehm, la pelliccia


e allora capivi che erano cazzi, cazzi amari. Per non parlare dell'amico/nemico M

Inizialmente suo avversario, poi amico, insieme al Dr Go. 
Kurochan è stato uno dei migliori cartoni degli ultimi anni '90, un'opera che non sfigurerebbe neanche oggi, anzi. 

STREET SHARKS


Ovvero uomini mutati in squali che salvano il mondo dai cattivi. Occorre aggiungere altro? 
Una delle trovate più geniali della storia dei cartoni animati, che trasuda anni 90 da ogni poro. 
Cioè, insomma, SQUALI MUTANTI!
Altro che tartarughe Ninja, che mi sono sempre state sui cosiddetti.

ANIMANIACS: UNA VISIONE ETEREA E LONTANA


Gli Animaniacs sono uno dei più grandi rimpianti della mia infanzia. Sono andati in onda per breve tempo, a  quanto ricordo, e soprattutto avevano questa brutta cosa che iniziavano qualche minuto prima che uscissi dall'asilo: quindi, una volta arrivato a casa riuscivo a vederne solo gli ultimi minuti. Ed erano lacrime, perché in quei pochi minuti quei tre... animali, boh, riuscivano ad affascinarmi in qualche modo.
Forse per l'alone di mistero che (almeno per me) li circonda, restano a oggi una delle opere Warner Bros che preferisco. Che ne so, chiamatelo amore a prima vista.
E poi oh, la sigla era fenomenale.


Facciamo che per oggi finisco qui e si continua un altro di quei giorni che mi sveglio con la voglia di ricordare quei giorni lieti di quando ero un frugoletto, che se no ci sarebbe da continuare per ore.





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